Le prime cinque banche italiane (Intesa Sanpaolo, UniCredit, Mps, Banco Bpm e Bper) registrano una crescita dei ricavi operativi del +3,3% nel primo semestre
Gli interessi netti risultano in aumento del +5,7% mentre lo stock di crediti deteriorati netti scivola dal 2% al 31 dicembre 2021 all’1,7% al 30 giugno 2022
Scocca l’ora delle semestrali anche per le banche tricolori. Secondo un’analisi condotta dal comitato scientifico della Fondazione Fiba per First Cisl sui primi cinque istituti di credito italiani (Intesa Sanpaolo, UniCredit, Mps, Banco Bpm e Bper), nei primi sei mesi dell’anno si registra una crescita dei ricavi operativi del +3,3%. Per gli utili netti si parla del +6,2%, condizionati anche dalle svalutazioni nei confronti dell’esposizione in Russia e Ucraina per 2,2 miliardi di euro da parte di Intesa Sanpaolo e UniCredit.
Gli interessi netti risultano in aumento del +5,7% mentre lo stock di crediti deteriorati netti scivola dal 2% al 31 dicembre 2021 all’1,7% al 30 giugno 2022. A calare sono anche il cost/income (dal 53,4% al 50,8%) e il costo del personale (dal 33,1% dello stesso periodo dello scorso anno al 31,7%). Sul fronte dell’occupazione si stimano oltre 7.000 lavoratori in meno, per una flessione del -3%. Tra gennaio e giugno 2022 sono stati chiusi inoltre 1.007 sportelli, in calo del -7,6%. Il margine primario per dipendente registra invece un incremento del +6,5% sulla scia della crescita della produttività.
“Le semestrali delle banche italiane hanno visto crescere i ricavi e gli utili in misura rilevante”, osserva Riccardo Colombani, segretario generale di First Cisl. “Il costo del lavoro è calato in valore assoluto e in termini relativi, rappresentando ormai poco più del 30% dei ricavi. È improcrastinabile una crescita significativa e rapida dei salari, attraverso la contrattazione nei gruppi, per adeguarli all’elevata produttività che non può finire solo in beneficio degli azionisti attraverso la distribuzione di dividendi e buy back. D’altra parte, la tutela del potere d’acquisto dei salari sarà tra i principali argomenti negoziali con Abi nell’imminente tornata contrattuale”, aggiunge.
Secondo Colombani, l’incremento del margine d’interesse (che si attende contrassegnerà anche le prossime trimestrali) dovrebbe “spingere le banche a puntare maggiormente sul credito per la crescita dei ricavi”. Sarebbe necessario – continua – abbandonare “la strategia di business finora nettamente prevalente, basata sulla crescita continua delle commissioni nell’ambito di un servizio di consulenza dichiaratamente non indipendente, e praticare finalmente modelli di consulenza aperti, basati su un numero elevato di prodotti finanziari in assenza di conflitto di interessi, senza pressioni commerciali su lavoratrici e lavoratori e con il maggior gradimento dei risparmiatori”. L’importanza di credito e risparmio è più attuale che mai, conclude. “Economicità e rischi per le banche devono andare di pari passo con il sostegno all’attività economica in una fase tanto complessa delle dinamiche sociali ed economiche del nostro Paese”.