Il piano 2023-2026 del gruppo Mediobanca viene costruito con i mattoni del wealth management. La virata netta di Piazzetta Cuccia è stata annunciata nel pomeriggio del 24 maggio in una conferenza stampa fiume dall’amministratore delegato Alberto Nagel. Il nuovo corso avrà anche un nuovo volto a livello di marchio: dal 1 gennaio 2024 sparirà CheBanca!, per lasciare il posto al brand Mediobanca Premier (nessun problema per gli attuali clienti di CheBanca!, che vedranno semplicemente aumentata la qualità del servizio). In tal modo, dichiara Nagel, «per la prima volta in 70 anni il gruppo Mediobanca sarà visibile a tutti». La nuova Mediobanca dovrà essere in grado di perseguire una crescita «superiore al mercato» a prescindere dallo scenario che si presenterà di qui a tre anni.
CheBanca! nasceva nel 2008 con la funzione distintiva di conto deposito, poi allargandosi alla gestione patrimoniale nel 2017. Nagel identifica la data di ingresso di Mediobanca nel wealth management al biennio 2016-2017, all’epoca delle operazioni Esperia e Barclays. L’orizzonte del 2026 rappresenta per Alberto Nagel il termine decennale per il compimento del percorso verso il wealth management di Mediobanca: «Gli altri ci hanno messo 30 anni per arrivarci». Del resto
Mediobanca vanta «asset propri non replicabili: il suo brand, le sue persone, la sua expertise, sui quali costruire la sua storia di wealth management. In futuro Mediobanca dovrà essere maggiormente identificata come banca di wealth management», prosegue l’ad, specificando che una tale focalizzazione sui temi di gestione dei grandi patrimoni non verrà sviluppata distogliendo l’attenzione dalle altre unità di business, il cui contributo alla crescita del gruppo resterà molto importante. Anzi: dalla sinergia fra corporate, investment banking e wealth management non potranno che discendere benefici per la clientela. L’elemento qualificante di Mediobanca Premier saranno i banker e i financial advisor. Il motto del piano industriale è “one brand, one culture”, la forza del marchio valorizzerà il servizio. «Mediobanca è stata sempre molto ricca di capitale e lo resterà» ma d’ora in poi verrà allocato in maniera diversa alle business unit».
I numeri del piano Mediobanca 2023-2026
In un contesto economico e regolamentare che si prevede sfidante Mediobanca ambisce dunque a conseguire un positivo sviluppo in tutti i suoi segmenti con un percorso sostenuto dalla crescita di ricavi, utili, remunerazione degli azionisti preservando un profilo di rischio/rendimento tra i migliori in Europa. Gli obiettivi del piano sono: una crescita negli attivi redditizi per portare il totale delle attività finanziarie (tfs) a 115 miliardi (+11%), asset under management a 85 miliardi (+13%), gli impieghi a clientela a 57 miliardi (+3%); significativi investimenti nei canali distributivi in tutti i segmenti di attività: forza vendita nel wealth management attesa crescere del 25% a oltre 1.500 professionisti, di cui 1.350 (+25%) nel segmento premier e 170 (+15%) nel segmento private, investment banker in crescita nelle aree advisory e capital markets, rete del consumer finance in crescita a 340 punti vendita tra filiali e rete agenziale a cui si aggiungeranno oltre 300 professionisti fuori sede; stabilità negli rwa (risk-weighted assets) grazie ad una differente politica di gestione del capitale.
Particolare focus è posto sullo sviluppo delle attività a basso assorbimento di capitale e su azioni di ottimizzazione che possano permettere una gestione efficiente dello stesso. Lo sviluppo degli attivi (addizionali 4 miliardi nel triennio) e l’attuazione di operazioni di ottimizzazione di simile importo si attende risultino in rwa stabili stabili a 51 miliardi (-1%) con la divisione cib (corporate investment banking) attesa a ridurre significativamente l’rwa del 13% nel triennio, riducendo il capitale allocato a non oltre 1/3 del totale del gruppo; crescita nei ricavi a 3,8 miliardi (+6%) con il wealth management che avrà il maggior tasso di crescita organica (+10%) e si attende superi 1 miliardi di ricavi, divenendo il primo contributore alle commissioni del gruppo accanto al corporate & investment banking , la cui crescita nei ricavi è attesa essere pari all’11% (7% organica) sino a 0,9 miliardi; il consumer manterrà la sua funzione di motore della crescita del margine di interesse di gruppo (circa due terzi del totale) con uno sviluppo dei ricavi complessivi del 5% (a circa 1, 3 miliardi); crescita negli utili (utile per azione + 15% da 1,15 a 1,8, considerando la cancellazione di circa l’80% delle azioni derivanti dal piano di buyback) con il crescente apporto del wealth management e del cib e con una minore ma ulteriore crescita del consumer e dell’insurance (la quota in Generali), che confermano gli elevati livelli di redditività; crescita nella redditività (rote al 15% dal 12%, rorwa al 2,7% da 2,1%) e divisionale; crescita nella generazione di capitale (220 punti base annui da 150; crescita nella remunerazione degli azionisti sino a 3, 7 miliardi al 2026 (+70% rispetto al precedente quadriennio) di cui 2,7 miliardi in dividendi che saranno erogati sulla base di un pay-out del 70%, con l’introduzione dell’interim dividend (acconto a maggio, saldo a novembre) in proporzione al 70% degli utili prodotti nel periodo.
Nel piano è prevista poi la continua valutazione di opportunità di crescita esterna tramite acquisizioni: l’elevata creazione di capitale permetterà di finanziare la crescita organica, la politica di distribuzione consentirà di mantenere un Cet1 superiore al 14,5% nell’arco di piano e mantenere un buffer di circa 100 punti base di capitale da utilizzarsi per potenziali operazioni di crescita esterna che possano accelerare il processo di crescita nelle aree di attività caratteristiche del gruppo Mediobanca con preferenza per i business a basso assorbimento di capitale ed elevato contenuto commissionale.