Il 31% dei consulenti intervistati ritiene che in un orizzonte temporale compreso tra i 3 e i 5 anni aumenteranno le operazioni di M&A
Quasi il 40% degli intervistati ha dichiarato che le alte valutazioni societarie stanno spingendo le società di minori dimensioni a prendere in considerazione l’ipotesi cessione
consulenti, che hanno partecipato allo studio delle società DeVoe & Company’s e Ria M&A Outlook Study. La società di consulenza con sede a San Francisco e la banca di investimento hanno intervistato 168 dirigenti di società di gestione.
Nel complesso, i consulenti sono fiduciosi rispetto al fatto che il settore assisterà nei prossimi anni a continue fusioni e acquisizioni. Il 60% dei consulenti ritiene che le operazioni di M&A continueranno a aumentare nei prossimi 5 anni, mentre il 31% prevede che questo accadrà in un orizzonte temporale compreso tra i 3 e i 5 anni.
Uno dei motivi alla base della fiducia dei consulenti nei confronti di una prospettiva di tipo aggregatrice del settore, è il fatto che le valutazioni delle società di investimento sono ai massimi storici. Quasi il 40% degli intervistati ha infatti dichiarato che queste valutazioni li stavano spingendo a prendere in considerazione un’eventuale cessione.
Quasi tre quarti dei manager delle società con in gestione tra gli 1 e i 3 miliardi di dollari prevedono che questo slancio continuerà per i prossimi cinque anni. Il rapporto evidenzia inoltre che un ulteriore imput alle operazioni di fusione e acquisizione potrebbe provenire dalle necessità di stare al passo con la tecnologia. In occasione del Deals & Dealmakers Summit 2019, il ceo di Echelon Partners Dan Seivert ha espresso una visione diversa.
Il manager sostiene che le società di gestione siano ancora “molto attraenti per gli acquirenti e negoziate a un costo troppo basso”. Secondo Seivert tuttavia le valutazioni calerebbero rapidamente in caso di un crollo del mercato azionario. Se il Dow Jones dovesse calare del 20% – stima Seivert – le imprese potrebbero vedere una perdita del 70% della propria valutazione.
Per Tim Kochis, un consulente di DeVoe, queste valutazioni dovrebbero suonare come un “campanello d’allarme per coloro che cercano di mantenere l’indipendenza”. E i consulenti sono oggi più positivi nei confronti della possibilità di essere acquisiti: circa la metà degli intervistati ha detto di essere favorevole alla vendita, contro il 33% di due anni fa.
“L’aumento dei costi, in particolare quelli legati alla tecnologia, mi fa venire voglia di non pensarci da solo”, ha spiegato un consulente. Infine, oltre la metà degli intervistati (54%) ha detto di avere intenzione di procedere con operazioni di acquisizione nei prossimi due anni. Sono le società di maggiori dimensioni (quelle con oltre 1,5 miliardi di dollari di asset) che prevedono di essere le più attive nel risiko delle aggregazioni.