Poste Premium ha già una sede fisica a Milano e Napoli
Per la gestione dei portafogli sono state strette partnership strategiche con Allfunds e Blackrock
Sul fronte assicurativo, per i clienti private, una polizza multi-ramo dedicata
Un Club Private
Poste Premium, questo è il suo nome, potrebbe potenzialmente riguardare 39 miliardi di masse, ma è ancora in fase di test e questo è il motivo della grande riservatezza che ha coperto l’intero business nella sua fase iniziale. A quanto risulta a We Wealth l’idea del management guidato da Matteo Del Fante è quella di partire con un periodo promozionale di sei mesi, per poi presentarsi in un secondo momento alla clientela e verificare il grado di accoglienza. L’informativa ufficiale relativa al ‘club private’, come lo definiscono gli addetti ai lavori, è attesa per la fine di novembre e i primi dati ufficiali a seguire. A Milano e Napoli, all’interno delle mura di cinta degli uffici postali, sono già stati allestiti degli spazi dedicati, color pastello: sono le salette dedicate al servizio Premium. Si tratta di consulenza evoluta: mappatura del portafoglio, analisi dei costi in caso di masse detenute presso altre realtà bancarie, colloqui per mettere in evidenza esigenze manifeste e latenti, allocazione del portafoglio, assistenza al passaggio generazionale. Ma anche art advisory, consulenza immobiliare e fiscale, in linea con i servizi offerti dalle reti avversarie. I clienti hanno accesso a un private banker dedicato, vengono dotati di un numero identificativo che permette di rendere anonima ogni procedura e comunicazione e in ogni momento possono chiedere i report di diagnosi del portafoglio.
Se per la clientela mass affluent Poste si appoggia a Prometeia e, da poco, a Moneyfarm – attraverso un servizio di portafogli modello – per quella private si avvale del supporto di Blackrock e Allfunds. La migliore asset allocation per il portafoglio del cliente viene stabilita non dal singolo advisor ma, dopo aver analizzato i bisogni del cliente e le sue esigenze, centralmente da un team specializzato supportato dal software per la gestione del rischio di Blackrock, Aladdin Wealth. Il genio uscito dalla lampada della più grande società d’investimento al mondo analizza (anche) per Poste i rischi del mercato e suggerisce quali siano le operazioni necessarie attraverso un sistema di alert. Alla piattaforma d’intermediazione Allfunds viene invece fatto ricorso per l’accesso ai fondi esteri.
E i costi?
Il modello di servizio prevede una parte di costi fissi (che dipendono però dall’entità del patrimonio del cliente) e una parte di costi variabili in funzione dei prodotti d’investimento prescelti (commissioni dei fondi). Per i clienti con portafogli da 500mila euro a 800mila euro, i primi sei mesi sono gratuiti, poi si paga 125 euro a trimestre, per il primo e il secondo anno, che diventano 375 euro a seguire. I membri del club usufruiscono di un conto corrente ‘premium’ e una carta di credito inclusa nel canone, più l’opportunità di estendere l’iscrizione a due familiari che possono così avere accesso al consulente e ai servizi e prodotti dedicati. Il primo prodotto disponibile esclusivamente per i clienti Poste Premium è sul fronte assicurativo una polizza multi-ramo dedicata, con la possibilità di adeguare i sottostanti della componente unit linked alle esigenze del cliente. Una soluzione simile ad altri prodotti già visti sul mercato, che permettono di decidere l’impegno nel ramo primo e nel ramo terzo e, all’interno di quest’ultimo, il peso dei singoli fondi in percentuale.
Poste Italiane punta soprattutto sul passaparola. Riuscire a informare del nuovo servizio tutti i clienti degli uffici postali con portafogli superiori ai 500mila euro vuol dire mettere le mani potenzialmente su masse pari a 39 miliardi di euro.
La sfida per una struttura come quella di Poste, mass oriented per definizione e abituata a gestire 35 milioni di clienti, sarà di soddisfare gli standard di qualità più elevati richiesti dal mercato del private banking.
I numeri del terzo trimestre di Poste Italiane
Secondo i dati presentati il 6 novembre nei primi 9 mesi dell’anno i ricavi si attestano a 8,089 miliardi, in crescita dell’1,7%. L’utile cresce del 2,6% èd è pari a 1,083 miliardi. Le masse gestite ammontano a 540 miliardi, 26 miliardi in più rispetto a dicembre 2018. Riguardo ai servizi finanziari, i ricavi sono stati pari a 1,173 miliardi in linea con il dato dell’anno precedente e con una solida performance delle commissioni da distribuzione. Le commissioni da prestiti personali mutui e cessione del quinto crescono del 15% e sono pari a 74 milioni di euro. Crescono poi del 12,9% le commissioni di gestione del risparmio gestito mentre i ricavi da incassi e pagamenti sono in calo del 2%.