L’obiettivo è di “uscire dalla fase di lenta crescita e stagnazione della produttività” che ha accompagnato il Paese negli ultimi decenni
Per il dirigente del Tesoro è necessario “ridare slancio al progetto di un’unione del mercato dei capitali”
Un’altra priorità è ripensare alcuni strumenti, come gli Eltif, che secondo Rivera “non hanno funzionato bene”
Obiettivo 6% per il Pil
I risparmi privati come volano
Le iniziative della Commissione Europea
“È anche un modo per reagire ad alcuni trend ormai consolidati come il progressivo delisting che dal 2005 ha portato 30mila aziende fuori dal perimetro delle Borse in tutto il mondo”, ricorda. Del resto, i mercati finanziari, ha precisato il dg, generano episodi di volatilità accentuati ma sono anche il meccanismo che favorisce un più rapido aggiustamento dei prezzi. E forse non è un caso se “il maggior sviluppo dei mercati dei capitali, negli Usa, ha consentito una più rapida reazione alla grande crisi del 2008”.
Diverse sono le iniziative su cui l’Europa è al lavoro. Da una parte, il progetto di standardizzare le informazioni sugli strumenti finanziari con caratteristiche simili. Dall’altra, la necessità di aumentare il livello di alfabetizzazione finanziaria degli investitori.
Questa si accompagna ai tentativi, non sempre riusciti, di orientare maggiormente i risparmi su orizzonti di medio lungo termine e su asset non quotati. “gli eltif (fondi chiusi a lungo termine istituiti da un regolamento europeo nel 2015 e accolti nel nostro ordinamento a febbraio del 2018 ndr) non hanno funzionato granché bene. Bisogna capire come renderli più funzionali all’obiettivo”, ricorda il dirigente del Tesoro.
Non solo, dice. C’è la necessità di migliorare l’accesso ai mercati dei capitali per le imprese, riducendo i costi, che sono alti, soprattutto per le piccole e medie imprese. E poi il progetto di creazione di un unico accesso alle informazioni sulle aziende, attraverso una piattaforma dedicata, e l’intenzione di ampliare il ruolo delle assicurazioni come investitori di lungo termine.
L’impegno a favore della sostenibilità
La finanza pubblica non può da sola mettere in campo quelle risorse, quindi è necessario il contributo della finanza sostenibile e dei capitali privati. E d’altra parte”, ricorda il dg, è stato dimostrato che “i mercati azionari sono più efficaci nel ridurre il carbon foot print (l’impronta di carbonio ndr)”.
Intanto, il patrimonio gestito in modo sostenibile a livello globale vale 2.200 miliardi di dollari. L’Europa ha la leadership con l’82% dello stock e il 76% dei fondi esistenti. Ma anche in questo caso è necessario fare dei progressi”, perché se è vero che i policy maker del Vecchio continente hanno fatto da apripista, dotandosi di una tassonomia e di un regolamento che migliora la trasparenza degli strumenti finanziari sostenibili, “ci sono ancora troppe informazioni che non sono verificare e comparabili”.
Le azioni del Legislatore italiano
Secondo il dg, inoltre, occorre migliorare l’accesso delle pmi alla quotazione in Borsa e favorire un maggiore investimento da parte degli operatori istituzionali nel mercato italiano. Rivera cita la regulatory sandbox, con cui il governo ha dotato l’Italia di uno spazio protetto dedicato alla sperimentazione delle attività di innovazione tecnologica nei settori bancario, finanziario e assicurativo.
Infine, la cornice che ha permesso l’emissione del Btp green da record, accolto molto favorevolmente: un’emissione da 8,5 miliardi a fronte di una domanda quasi 10 volte superiore, pari a 80 miliardi, che ha coinvolto “oltre 500 investitori istituzionali”.
Risorse che saranno destinate ai trasporti, alla ricerca, alla tutela dell’ambiente e della biodiversità, alla produzione di energia da fonti rinnovabili. E che vanno ad aggiungersi a quelle predisposte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Un’altra grande occasione per cambiare la traiettoria di crescita del Paese, rendendola coerente con le priorità della transizione climatica.