I quattro punti cardinali intorno ai quali si svilupperà il decennio digitale dell’Unione europea sono la trasformazione digitale delle imprese, le infrastrutture digitali sicure e sostenibili, le competenze, e la digitalizzazione dei servizi pubblici
La Commissione europea, a tal fine, punta ad accelerare e agevolare l’avvio di progetti multinazionali attraverso il Recovery and resilience facility, i fondi di coesione e altri finanziamenti dell’Unione
Colao: “Il nostro è un Paese di grandi eccellenze, ma non siamo forti sul mettere a frutto velocemente le innovazioni. Ci sono una serie di norme che non ostacolano le idee, ma la loro trasformazione e sperimentazione”
La “bussola” digitale dell’Europa
Si parla innanzitutto della trasformazione digitale delle imprese. Entro il 2030, scrive la Commissione, tre aziende su quattro dovrebbero utilizzare i servizi di cloud computing, big data e intelligenza artificiale. Ma non solo. Più del 90% delle piccole e medie imprese dovrebbero raggiungere almeno un livello di intensità digitale di base e il numero di unicorni dovrebbe raddoppiare, aumentando scale-up e finanziamenti. Segue la digitalizzazione dei servizi pubblici, che punta a spingere l’80% dei cittadini a utilizzare l’identità digitale, oltre a rendere le cartelle cliniche e i servizi pubblici fondamentali disponibili al 100% online.
Le agevolazioni per i progetti multinazionali
A tal fine, la Commissione europea punta ad accelerare e agevolare l’avvio di progetti multinazionali attraverso il Recovery and resilience facility, i fondi di coesione e altri finanziamenti dell’Unione. Progetti, spiega, che potrebbero combinare investimenti provenienti dal bilancio dell’Unione, dagli Stati membri e dal settore privato, colmare le lacune nelle capacità critiche individuate e supportare un mercato unico digitale interconnesso, interoperabile e sicuro. Inoltre, l’Unione “promuoverà la sua agenda digitale incentrata sulla persona sulla scena mondiale”, garantirà “la sicurezza e la resilienza delle sue catene di approvvigionamento digitali” e fornirà “soluzioni globali”, si legge in una nota ufficiale.
Le prossime tappe: verso un dialogo con gli Stati membri
Atteso dunque un processo di discussione e di consultazione sulla visione dell’Unione e sui principi digitali attraverso un confronto con gli Stati membri, il Parlamento europeo, i partner regionali, sociali ed economici, le imprese e anche i cittadini. La Commissione avvierà inoltre un forum multilaterale sulla “bussola digitale” e si adopererà per proporre un programma che renda operativo tale piano entro la fine dell’estate e per “progredire verso la dichiarazione interistituzionale sui principi digitali” entro l’anno.
Italia, Colao: le cinque priorità del Recovery plan
In Italia, intanto, il ministro per l’Innovazione e la transizione digitale Vittorio Colao intervenuto in occasione di un evento online organizzato dall’Alleanza per lo sviluppo sostenibile, ha ribadito le cinque priorità del suo lavoro sul Recovery Plan: banda ultralarga, pubblica amministrazione, istruzione e ricerca, sanità, e cybersecurity. “Il nostro è un Paese di grandi eccellenze e grandi capacità di fare rete, ma non siamo forti sul mettere a frutto velocemente le innovazioni”, spiega. “Ci sono una serie di norme e di regole che non ostacolano le idee, ma la loro trasformazione e sperimentazione”. Di conseguenza, conclude, “bisogna dare a innovatori e ricercatori la possibilità di sperimentare in modo sicuro”. Con un occhio ai giovani. “Non sarà una vera transizione digitale se non la leghiamo alla questione giovanile. Non avremo sviluppo, se non investiamo per i giovani. Sono loro il mio riferimento, il mio datore di lavoro”.